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Cos'è Ophis

 

Ophis nasce nel 2011 dalla passione, dall’impegno e dalla curiosità di Alessandro Paterna verso il mondo dei rettili e degli anfibi. Sin da piccolissimo si dimostra affascinato da questi animali, con un occhio di riguardo verso i serpenti, soprattutto per i colubridi autoctoni e del vecchio mondo in generale, tutt’oggi ancora incompresi da molti.

Oltre allo studio delle specie in ambiente controllato, Ophis riversa il suo interesse anche nella conservazione, ovvero la ricerca e lo studio degli animali nei loro habitat naturali, dove oltre al materiale fotografico, vengono raccolti dati e campioni delle specie rinvenute, sempre nel rispetto di quest’ultimi e dell'ambiente in cui vivono.

Si impegna nella divulgazione scientifica, organizzando corsi, incontri didattici e lezioni in materia erpetologica, coinvolgendo enti pubblici e privati.

Inoltre collabora con enti pubblici come provincia, asl e corpo forestale dello stato per la tutela della fauna minore.

Nel 2020, l'associazione apre al pubblico il suo laboratorio, installando una sezione paleontologica concentrata principalmente nel recupero, nella preparazione e nello studio dei fossili di grandi vertebrati mesozoici nordafricani.

Il vecchio genere Elaphe

 

Questi rappresentano una buona parte dei serpenti per i quali abbiamo un occhio di riguardo. Il genere Elaphe (Fitzinger 1833) comprendeva più di quaranta specie di ofidi appartenenti a tre diversi continenti, quello europeo e quello asiatico dove spossiamo trovare le specie del “vecchio mondo”, e quello americano dove invece vivono quelle del “nuovo mondo”. La parola Elaphe deriva dal greco, Élaphos che significa cervo, Elaphê significa pelle di cervo o di daino, si può pensare quindi che sia stato attribuito questo appellativo ad esemplari che ricordavano al livello cromatico il manto di questi mammiferi, mentre c’è anche chi crede che la scelta di questa parola derivi dai disegni che adornano il capo di alcune specie, come ad esempio nel caso di Elaphe sauromates, e molte altre specie del vecchio mondo.

Questa classe di ofidi è distribuita più o meno in maniera continua in una fascia che si estende dal tropico del cancro fino all’equatore, spostandosi ai margini della distribuzione delle specie fino a 10° a sud, e a 50° a nord di quest’ultimo, e comprende alcuni tra i più belli esemplari di colubridi del pianeta.

Questo genere è stato riclassificato da pochi anni, rinominando la maggior parte dei suoi rappresentanti, per mantenere i nomi originari solo in alcuni casi di specie appartenenti al vecchio mondo, e ancora oggi il genere è costantemente tassonomicamente revisionato.

 

Colubridi in Italia

 

In Italia sono presenti dieci specie di colubridi, quattro specie di natricidi ed un lamprofide. La maggior parte di questi serpenti sono “aglifi”, ovvero non presentano denti evoluti per l’inoculazione del veleno. Altri invece sono ofidi “opistoglifi”, ovvero che dispongono di denti (solitamente) allargati e scanalati ai margini posteriori delle ossa mascellari. Il loro veleno è comunque di bassa tossicità, in quanto è destinato alla soppressione di piccole prede, ed in caso di morso nell'uomo, questo non comporta mai conseguenze gravi.

 

Colubridi in Abruzzo

 

È importante ricordare anche il ruolo che i colubridi hanno nella nostra cultura. Tra i casi più famosi c’è la festa di San Domenico a Cocullo (AQ), dove ogni primo giovedì del mese di maggio, i cittadini organizzano una vera e propria parata, con una processione che porta in giro per le strade del paese la statua del santo adornata da serpenti. Vengono utilizzati per la maggior parte esemplari di Elaphe quatuorlineata, ma non è raro trovare nelle mani dei serpari anche Zamenis longissimus, Hierophis viridiflavus e Natrix helvetica. La gente del posto attribuisce a San Domenico la capacità di evitare il morso degli animali, nel nostro caso quello dei serpenti, e di conseguenza il paese di Cocullo è conosciuto da sempre come “il paese dei serpari” (citazione presente anche sul cartello stradale presente sulle vie di entrata al paese). Sono proprio gli stessi abitanti a procurare ogni anno i serpenti necessari alla riuscita della manifestazione. Il culto ha comunque origine pagane antecedenti alla religione cristiana. Si pensa infatti che quest’ultimo risalga ai tempi dei Marsi, dove il culto e l’immagine della dea Angizia (protettrice dai veleni) sia in seguito stata attribuita l’immagine del santo con l’insediamento dell’attuale religione cattolica. Una festa simile si svolge a Pretoro (CH), sempre nel territorio Abruzzese e nello stesso periodo dell'anno, dove è sempre presente la figura di San Domenico. In questo piccolo centro, nella mattina, i ragazzi del paese danno luogo alla “processione dei serpari”, a seguito della quale verranno premiati i tre partecipanti che hanno catturato i serpenti più lunghi.

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